| -Fuko- |
| | Io la posto normalmente che faccio prima xD Mmmm io l'ho scritta, ma non sono molto soddisfatta <.< Va beh postiamola xD “Vacanze Romane” Era un caldo pomeriggio di fine Luglio e per Misaki erano iniziate le tanto attese vacanze estive. Se ne stava comodamente sdraiato sul divano, quando ad un certo punto si sentì chiamare. “Misaki!” Svogliatamente si alzò e raggiunse l'altro nel suo ufficio. “Cosa c'è Usagi-san?” Il sensei spostò il suo sguardo dallo schermo del computer al ragazzo, guardandolo con aria soddisfatta. “Ho appena prenotato un volo per l'Italia. Ad essere più precisi per Roma. Andremo li per le nostre vacanze, partiamo dopodomani.” “Caro Usami-sensei è forse impazzito?” stava iniziando ad irritarsi. Perché doveva sempre esagerare e soprattutto perché non chiedeva mai se a lui potesse andare bene? “Potresti chiedere anche il mio parere una volta ogni tanto e non fare sempre di testa tua!” Akihiko lo guardò qualche secondo, poi gli si avvicinò e gli prese le mani. “Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere. So che non ci sei mai stato e poi volevo stare un po' io e te da soli, lontano da tutto e tutti...” fece una pausa, lo guardò fisso negli occhi e poi riprese “però se non ti va disdico tutto”. Ecco. Quando lo guardava in quel modo non riusciva a rimanere arrabbiato con lui, non sapeva dirgli di no. Abbassò lo sguardo imbarazzato. “No. In effetti non ci sono mai stato e mi piacerebbe molto andarci. E anch'io voglio stare solo con te, lontano da qui.” L'aveva detto sul serio. In un attimo il suo viso si imporporò completamente. L'uomo gli schioccò un leggero bacio sulle labbra. “E-ehi! Non approfittarne!” “No, no. Io continuo con la prenotazione, tu inizia a organizzare le varie cose.” “V-va bene” e lasciò la stanza.
Il giorno della partenza era arrivato. Misaki ormai si era abituato all'idea e non stava più nella pelle. Non era mai stato in Italia, diciamo che non era mai uscito dal Giappone e questa cosa lo eccitava non poco. Durante il volo Misaki si agitava per qualsiasi cosa vedeva, sia dentro che fuori l'aereo. Akihiko, invece, si era addormentato quasi subito. Per poter partire aveva dovuto finire un lavoro e non era riuscito a dormire. Dopo quasi dodici ore di viaggio, arrivarono all'aeroporto di Roma. “Usagi-san! Siamo arrivati!Siamo arrivati!” “Si, si, ma adesso calmati ragazzino. Dunque, ora dobbiamo arrivare all'hotel, e, secondo le mie informazioni, ci vogliono circa trenta minuti di viaggio.” “Ah. Non si trova qui vicino?” “No, quindi andiamo.” Misaki poteva solo fidarsi di Usagi-san, infatti l'uomo non gli aveva permesso di informarsi su niente riguardo alla vacanza.
Finalmente erano arrivati alla vera destinazione. Misaki rimase completamente a bocca aperta. Sapeva che Usagi-san era solito esagerare, ma forse questa volta era un po' troppo. Non osava chiedere quanto gli costava tutto questo. L'hotel già da come si presentava all'esterno doveva essere molto caro e lussuoso; l'entrata era immersa nel verde ben curato con delle luci che, essendo ormai sera, creavano una bellissima atmosfera. L'interno era ancora meglio: tutte le stanze erano ben decorate e tenute, con lampadari enormi. Gli sembrava di essere in un palazzo antico, però gli piaceva, anche se lui non era quello delle cose troppo lussuose.
Dopo aver preso la chiave si diressero nella loro stanza che si trovava al penultimo piano dell'hotel. Appena entrato Misaki si mise subito a dare un'occhiata in giro, mentre Usagi-san portava dentro il resto dei bagagli. Più che una stanza d'albergo gli sembrava un mini appartamento: c'era si il letto (matrimoniale ovviamente), ma anche un bagno super accessoriato con vasca idromassaggio, una mini cucina, una sala da pranzo con un tavolo dove ci sarebbero potute stare benissimo una ventina di persone, un piccolo soggiorno completo di tutto e una terrazza con una vista mozzafiato sulla città. -Allora, ti piace?- chiese Akihiko abbracciandolo da dietro. -S-si...- non cercò di liberarsi dall'abbraccio. Aveva deciso che avrebbe lasciato fare all'altro quello che voleva, dopo tutto quello che stava facendo per lui. -Ma non sarà troppo?- -No se serve a renderti felice e poi sai che per te farei qualsiasi cosa.- Misaki imbarazzato abbassò la testa e sussurrò un “grazie”. Dopodiché se ne andarono a letto tutti e due senza nemmeno cenare da quanto erano esausti.
La mattina dopo quando Misaki si svegliò non trovò Usagi-san, ma il suo solito biglietto “sono a comprare le sigarette”. Guardò l'ora: -appena le nove? Pensavo fosse più tardi-. Detto questo si alzò e andò a farsi una doccia. Uscito dal bagno, trovò Akihiko seduto al tavolo intento a leggere delle carte. “Usagi-san cosa sono tutte quelle carte?” “Sono cartine e guide varie che mi sono fatto dare per andare a visitare la città. Ho già creato un itinerario per tutta la settimana. Ah inoltre ho portato anche la colazione, non avevo voglia di stare in sala con gli altri e quindi ho pensato di farla solo io e te in terrazza. Naturalmente è una classica colazione italiana.” “Ah, va bene. Preparo fuori allora.” “Ok.”
Dopo aver finito la colazione ed essersi vestiti, partirono alla volta della città. Lasciarono la macchina che avevano noleggiato fuori dal centro per proseguire a piedi verso la loro destinazione. “Allora come prima tappa ho pensato di visitare il Colosseo e il Palatino, visto che è compreso nell'ingresso. Hai portato la macchina fotografica vero?” “Certamente! Devo fare le foto a tutto!” Misaki era troppo emozionato, avrebbe immortalato qualsiasi cosa di questa vacanza, anche la più stupida. Infatti aveva già iniziato a scattare qualche foto durante il tragitto. Finita la visita, era ormai ora di pranzare, così si fermarono in un ristorante li vicino. Nel pomeriggio fecero una tranquilla passeggiata tra le vie del centro, con Misaki che continuava a scattare foto, un po' a loro e un po' a tutto il resto. La sera tornarono in albergo dove cenarono ed esausti si addormentarono subito dopo.
Il resto della settimana passò velocemente tra visite ai vari monumenti, passeggiate, un po' di shopping, bagni nella piscina dell'hotel e cene nei migliori ristoranti della città. Anche l'ultimo giorno stava ormai volgendo al termine e finita la cena Usagi-san decise di farsi un bagno. Misaki rimasto solo iniziò a sistemare. Si sentiva un po' triste perché la vacanza era finita, ma non era l'unico motivo a farlo sentire così: il fatto era che Usagi-san non l'aveva toccato nemmeno con un dito per tutta la settimana! Proprio quando si era deciso a fargli fare quello che voleva, l'uomo non l'aveva nemmeno sfiorato. Magari sperava fosse lui a fare qualcosa oppure non lo voleva più? Misaki decise che doveva fare qualcosa e sperava ancora in quell'ultima sera, così si mise tranquillo ad aspettare.
Uscito dal bagno, Akihiko trovò Misaki fuori in terrazza. Il ragazzo lo sentì arrivare. “Misaki?” Usami era preoccupato, lo stava guardando con un'aria così seria, così si avvicinò. Quando gli fu vicino cercò di abbracciarlo, ma Misaki lo fece per primo e questo lasciò il sensei un po' stupito. “Misaki?” Senza sciogliersi dall'abbraccio, il ragazzo alzò il viso e lo guardò sempre con quell'aria seria ma allo stesso tempo imbarazzata. Doveva farcela. Doveva dirglielo. Così prese tutto il coraggio possibile e... “Ti amo Akihiko” Usagi-san rimase completamente di stucco. Era riuscito a dirgli ti amo un'altra volta ma, soprattutto, lo aveva chiamato per nome e questo lo rese davvero, davvero, felice. Senza dire niente lo prese per mano, lo portò in camera e lo fece stendere sul letto. Piano si distese sopra il ragazzo che lo assecondava senza protestare, baciandolo dolcemente mentre con le mani lo accarezzava sotto la maglietta scendendo poi verso il basso. Misaki gemeva di piacere al solo contatto con quelle mani come al solito fredde ma capaci di farlo bruciare ad ogni tocco. Akihiko iniziò a scendere anche con la bocca lasciando piccoli baci su tutto il corpo del ragazzo fino al punto del piacere, mentre con le dita lo preparava. Quando Misaki fu pronto, l'uomo lo penetrò piano e, una volta dentro, iniziò a muoversi. Il ragazzo assecondava i movimenti dell'altro continuando a gemere. Gli piaceva quando facevano l'amore, anche se non voleva mai ammetterlo e questa settimana gli era davvero mancato tutto questo. Raggiunsero l'apice del piacere insieme. Akihiko ancora sopra di lui, gli accarezzava dolcemente il viso. “Misaki ridimmelo” “C-cosa?” “Quello che mi hai detto prima” “Non credo di poterlo ridire” Allora l'uomo gli si avvicinò all'orecchio sussurrando “Misaki, ti amo” Misaki arrossì fino alla punta dei capelli ma cedette. “Anch'io ti amo Akihiko”FinePer l'hotel ho preso spunto da questo, mi ispirava u.u Edited by -Fuko- - 9/9/2011, 20:20
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